ATTIVARSI PER IL CAMBIAMENTO IN AZIENDA: QUALI SONO LE 5 COMPETENZE INDISPENSABILI E COME SVILUPPARLE?

le 5 competenze cardine per affrontare il cambiamento

di Cetti Galante

Il cambiamento non è legato solo al 4.0 o al mindset digitale, ma alle sfide di business che l’azienda ogni giorno si trova ad affrontare in un’epoca in cui l’azienda per definizione non può stare ferma. Quali sono le competenze chiave per affrontare tutto ciò, indipendentemente dal ruolo e dell’età?

1. ELASTICITA’ MENTALE

Prima di tutto l’elasticità mentale, che è la capacità di accogliere il nuovo. La parola chiave è “accogliere”, vuol dire uscire dalla propria comfort zone, riallineare le competenze all’evoluzione del ruolo e accogliere continuamente nuovi ruoli, nuovi assignment, nuovi progetti che ci vengono proposti. È un adattamento costruttivo, sempre al servizio di dare valore all’azienda e ispirare le persone. Vuol dire abbandonare la leadership gerarchica a favore di una leadership partecipativa. Vuol dire accogliere percorsi di carriera orizzontali e non più verticali, questa è una sfida grandissima, perché implica accogliere riporti funzionali e non misurare più il proprio potere all’interno dell’azienda dal numero di riporti. Come fare ad allenare l’elasticità mentale? Facciamolo nella vita di ogni giorno e poi riportiamo questo nell’azienda.

2. RESILIENZA

La seconda skill determinante è la resilienza. Da termine tecnico a termine umanistico, la resilienza è la caparbietà dell’affrontare ogni giorno situazioni nuove, difficili, o apparentemente negative, che possono capitare nella nostra vita come in quella aziendale. Quante volte ci capita di sentirci sopraffatti e, invece, dobbiamo imparare a usare questa energia che c’è nel cambiamento per auto-motivarsi e non avere continuamente bisogno dell’approvazione esterna. Per riprogrammarsi, per riorganizzare sé stessi e la propria vita in uno sviluppo sostenibile nel cambiamento, che a questo punto non è più solo accettato, ma sentito. In una parola resilienza è imparare a non farsi sopraffare.

3. PROATTIVITA’

Altrettanto cruciale è la proattività. Si tratta di un’assunzione di responsabilità, sia da parte della persona che da parte dell’azienda. Per l’individuo è una tensione costante allo sviluppo di sé e della propria carriera, senza demandarlo all’impresa. È finito il tempo in cui posso pensare: “E’ l’azienda che mi forma, è l’azienda che mi darà il training che mi serve e io posso solo aspettare”. Non è così, ciascuno deve agire proattivamente, in modo continuo per mantenere aggiornate le competenze chiave. E quali sono? Sono quelle che servono per affrontare le sfide sottese allo sviluppo del mio ruolo. E, qui, entra in campo la responsabilità dell’impresa, è lei che deve mettere chiarezza, facendo capire sempre alle persone come si svilupperà il loro ruolo al servizio delle sfide di business. In tempi di web questo è facile in internet c’è tutto: corsi, training per cui ciascuno di noi può tenersi costantemente aggiornato.

4. ORIENTAMENTO AL MERCATO

Perché parliamo anche di orientamento al mercato? È l’attitudine della persona a essere sempre proiettata in collegamento con il mondo esterno. Vuol dire effettuare un reality check su come evolve continuamente il proprio ruolo e le skills che lo accompagnano. È una presa di realtà continua, quel collegamento con il mercato del lavoro che serve per non chiudersi unicamente nella propria realtà aziendale, cosa che di fatto facciamo ogni giorno trascinati dalla quotidianità. Come si fa ad essere continuamente orientati al mercato? La parola chiave è “contaminazione”, vuol dire frequentare persone esterne, frequentare convegni, non pranzare sempre con i vicini di scrivania, ma allargarsi a persone di altri reparti o di altre aziende. Tutto quello che ci può aiutare a raccogliere pareri diversi, visioni diverse, inquadramenti di altri mercati, che ci danno una visione più allargata del nostro settore, ma anche e soprattutto dei settori adiacenti. E’ mantenere alta la propria employability, sapendo sempre su cosa aggiornarsi.

5. AUTOCONSAPEVOLEZZA

L’ultima competenza fondamentale per affrontare il cambiamento continuo è l’autoconsapevolezza. Questa è davvero un fondamentale. Vuol dire la coscienza di sé e del proprio valore innanzitutto, senza sovrastimarsi e senza sottodimensionarsi; è la piena consapevolezza del ruolo che posso avere, anche i movimenti orizzontali nella mia azienda e nel mercato esterno. È proprio il quanto valgo e cosa posso fare. L’altra chiave di lettura importante dell’autoconsapevolezza è quella relativa alle competenze possedute e agite. Noi possediamo molte più competenze di quelle che mettiamo in campo, la nostra azienda vede le competenze che agiamo, ma non conosce quelle che possediamo, raccolte in esperienze precedenti o nella nostra vita privata. Noi però ne siamo consapevoli e le possiamo mettere in campo, anche per dare svolte professionali importanti alla nostra carriera. L’ultimo aspetto è la consapevolezza dei valori irrinunciabili, cioè quelli di cui non posso fare a meno, il fit con l’ambiente in cui mi trovo e con l’azienda, senza il quale non posso essere felice.[/vc_column][/vc_row]

elizabethkirk1

elizabethkirk1

Vuoi maggiori informazioni sui nostri servizi?

Categorie

Ultimi Post

Longevity in azienda: 5 linee guida per iniziare a occuparsene
Longevity in azienda: 5 linee guida per iniziare a occuparsene

"I trend demografici riguardano sempre più le organizzazioni e la longevità è oggi al primo posto; è necessario che venga vista come una risorsa, piuttosto che come una criticità." Queste le parole di Alessandra Giordano direttore Employability e Career Development di...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A MICHELA CIMMINO
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A MICHELA CIMMINO

“Dopo diversi anni a lavorare sodo in una multinazionale, è come se non sapessi vederti fuori da lì, in una forma o un ruolo differente. Perciò, quando ho accolto l’esodo agevolato, ho avuto bisogno di qualcuno che sostenesse il mio percorso, un cammino durante il...

Longevità al lavoro: le 5 mosse per farne un’opportunità
Over 55 e aziende: prepararsi alla stagione dei longennials

"Con l’allungamento della vita media spesso in salute, con prospettiva di vivere anche oltre 30 anni dopo il pensionamento, ma con importi pensionistici sempre più bassi, la longevità ormai fa parte della nostra quotidianità." Così inizia l'articolo scritto da Cetti...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA AD ANDREA QUADRINI
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA AD ANDREA QUADRINI

Ha lavorato in multinazionali, aziende familiari e pubbliche, per circa 35 anni (dei quali 12 vissuti all’estero), oggi Andrea Quadrini, al suo ingresso nella sessantina, affronta una nuova fase della sua vita, quella di senior advisor in una dimensione di maggior...

OVER55, COSÌ CAMBIANO LE LEVE MOTIVAZIONALI
OVER55, COSÌ CAMBIANO LE LEVE MOTIVAZIONALI

Motivati, ingaggiati, preparati. La motivazione al lavoro è indipendente dall’età? Sì, dicono in coro accademici e studiosi della materia. Per essere più precisi si potrebbe dire che con l’età cambia non tanto la possibilità di essere motivati, ma ciò che motiva. Così...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A CARLO BIANCHINI
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A CARLO BIANCHINI

La serenità professionale attrae opportunità Carlo Bianchini racconta il proprio percorso professionale partendo da qualcosa che lavoro non è: apre con la sua vita privata (la moglie, il figlio che studia ingegneria al Politecnico di Milano), l’importanza delle sue...

VOGLIO FARE CARRIERA. I PRIMI PASSI PER INIZIARE BENE
VOGLIO FARE CARRIERA. I PRIMI PASSI PER INIZIARE BENE

Carriera in ascesa: un desiderio non per tutti Il desiderio di una carriera in ascesa verticale non è obbligatorio. Partiamo da questa premessa perché non è per tutti e non lo è, soprattutto, in tutte le fasi della vita la volontà di accelerare sulla propria...

QUANDO LE AZIENDE SOGNANO IL “POSTO FISSO”
QUANDO LE AZIENDE SOGNANO IL “POSTO FISSO”

È necessario che le aziende puntino anche sulla formazione continua per mantenere alto l’engagement sul posto di lavoro Sono triplicati, in dieci anni, gli insoddisfatti del proprio posto di lavoro. Il dato è recentissimo, fa riferimento alla media italiana, e...