Bilancio Competenze/Se non ce l’hai, non SEI tu

/di Laura Aldorisio

Come un ritornello già sentito, leggiamo alcune offerte di lavoro che richiedono “problem solving, raggiungimento degli obiettivi” e simili. Che cosa si sta cercando? Cosa si vuole misurare? Il modo in cui l’ipotetico candidato ha risolto i problemi che intervallano la giornata lavorativa di ognuno e come siano stati raggiunti alcuni obiettivi prefissati, personali e aziendali. Riflettere su questo tema non solo è un allenamento necessario per rispondere al selezionatore, ma soprattutto è una presa di coscienza del proprio valore e di eventuali lacune.

 

Come svolgere questa analisi?

Con la formula SEI: Situazione, Esito, Intervento.

Situazione, intesa come un progetto da gestire, una funzione da riorganizzare, una opportunità da cogliere.

Esito, da leggere come il risultato raggiunto in termini quantitativi.

Intervento cioè l’azione che deve tenere conto di tutti i passaggi dalle analisi delle cause, alla decisione presa fino all’uso di risorse.

 

Gli esperti di INTOO suggeriscono di preparare almeno sei schede di SEI.  Verbi d’azione e risultati quantificati devono essere la struttura portante delle descrizioni. Sono da evitare frasi che contengano verbi come “ho osservato, seguito, monitorato, partecipato, ero coinvolto” che restituiscono l’impressione di qualcuno che osserva e non agisce. Si deve dare una forte impressione di coinvolgimento e di conoscenza del tema.

L’ultima delle schede sarebbe consigliato fosse dedicata a un’esperienza non positiva, amara per poter mostrare a se stessi e alle risorse umane, che stanno valutando il nostro profilo, come una situazione non perfetta abbia dato un contribuito.

Perché il punto non è non sbagliare, ma poter dimostrare come ogni S può trovare un positivo E grazie a un ragionevole I. Solo così SEI il candidato che si sta cercando.

 

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