/di Roberta Cassina
Poniamo che tu abbia scritto un buon curriculum, sintetico e chiaro, esaustivo del tuo percorso professionale, esplicito sulle tue doti e il tuo valore.
Bene, sei solo a metà strada. L’altra metà consiste nel fare in modo che il selezionatore ti ritenga affidabile e credibile e si decida a convocarti per un colloquio.
In questo caso, i social sono un’ottima carta da giocare.
Linkedin, per esempio, non va solo considerato come una vetrina per il proprio profilo. Non limitiamoci a raccontare la nostra expertise; passiamo dalle parole ai fatti e dimostriamola. Partecipiamo a gruppi dedicati di discussione professionale, portiamo la nostra convinzione seria e ragionata. Post dopo post costruiamo la nostra identità virtuale. Condividiamo contenuti e video, lasciamo che completino la linea che tracceremo con le nostre note. Mettiamo in evidenza i nostri punti di forza e le nostre capacità, internet non dimentica e ogni sforzo ad apportare un contributo lascia una traccia.
Ad esempio, il recruiter leggerà sul cv la nostra propensione al lavoro in team e avrà gioco facile a trovare un riscontro nel web dove la cooperazione gratuita e concreta su blog e forum sarà lì a confermare una buona prima impressione.
È questa reputazione digitale che il selezionatore incontrerà quando googlerà il nostro nome. Così il nostro cv assumerà maggiore credibilità e si abbatteranno drasticamente le possibilità che finisca nel cestino.
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