Chiedi un aumento se… | Quando è bene farlo?

Aumento

di Laura Aldorisio

Tra sé e sé il dipendente ne è convinto: è arrivato il momento. Dopo tanti anni di onorato servizio, però, non bisogna cadere in una scena fantozziana. Chiedere l’aumento è un’intenzione che non si può improvvisare.

Ci sono certe condizioni da rispettare e soprattutto non si può arrivare davanti al proprio capo con il fiato corto.

Essere nello stesso posto di lavoro da tanti anni e avere toccato e superato tanti traguardi non è necessario e sufficiente per richiedere alla società un esborso maggiore ogni mese.

Per essere sicuri della propria domanda davanti a un capo che sarà comunque interdetto nel 90% dei casi occorre essere sicuri di sé. Come? Bisogna farsi delle domande e scrivere le risposte.

  1. Sii cosciente del tuo valore su basi oggettive. Inizia dai dati: da quando sei in azienda quali obiettivi hai raggiunto? In che tempi? E ancora: sei stato un leader e un compagno dei tuoi colleghi? Su quali tue competenze l’azienda può davvero contare? Cosa puoi dire di sapere fare meglio di chi ti sta intorno? Cosa dovresti migliorare? Hai mai ricevuto feedback negativi sul tuo lavoro o il tuo comportamento? Ci sono alcune tue caratteristiche controproducenti?
  2. Chiedere un parere a una persona terza è sempre un aiuto inestimabile. Un’angolatura diversa amplia la visuale e rafforza sempre, anche quando sembra indebolire la propria opinione.
  3. Non basta guardare il passato. Rifletti sui tuoi prossimi passi. Dove vorresti essere fra cinque anni? In un ruolo più alto? Nello stesso ma con vantaggi più importanti? In una multinazionale o una realtà più piccola? Vorresti creare una tua società?
  4. Verifica quale sia il salario corrispondente alla tua posizione nel mercato del lavoro. Ci sono strumenti utili per questo tipo di benchmark, come ad esempio Salary. Sarà una delle azioni che il capo del personale o amministrativo farà quando arriverà sul suo tavolo la richiesta di aumento. Servirà a te come termine di paragone e non è detto che tu non possa superare la quota indicata come media di stipendio (nella proposta fai sempre riferimento all’aumento mensile e non annuale).
  5. Da ultimo fai una lista di tutti i tuoi successi così da essere inattaccabile alla prima domanda che arriverà puntuale:

Perché dovrei darti l’aumento?”: suonerà come una sfida o come un invito al confronto ma nessun timore.

Prima però di scendere in campo bisogna aver individuato due condizioni imprescindibili:

  1. Quando è il momento propizio: ormai lo conosci, sai che magari il lunedì il capo è intrattabile, che il martedì deve andare a prendere le bambine e quindi ha fretta e cose simili. Ragiona, individua, vai.
  2. Come rivolgersi al proprio responsabile: se è suscettibile, orgoglioso, timido è il caso di modulare i toni. Non essere impositivo o aggressivo. Semplicemente oggettivo.

 

Se la riposta è affermativa non ti rilassare: chiedi se devi firmare qualcosa o se e da quando questo cambiamento sarà realtà. Se la riposta è negativa contrattacca con la richiesta di benefit (anche su questo devi essere già preparato).

Infine, se proprio non ci sono margini e semplicemente desideri cambiare lavoro ma non sai come affrontare il Mercato, ricorda che c’è sempre qualcuno che può aiutarti 😉  Inizia a Scaricare la nostra Guida Gratuita “I 4 Pilastri per affrontare il Mercato del Lavoro”.

 

Se tutte queste condizioni coesistono, è ora di andare a bussare.

 

elizabethkirk1

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