Ecco i 3 motivi per cui non ti convocano al colloquio

temporary manager

/di Laura Aldorisio

 

Alla radio senti dire che la crisi è alle spalle e tu hai appena perso il lavoro? La tua azienda è fallita e stai cercando un impiego? Hai una famiglia a carico e non hai uno stipendio? Vuoi cambiare lavoro?

Non basta solo aggiornare il cv e inviarne una cinquantina al giorno. Si deve arrivare alla convocazione e al colloquio. E, quindi, all’assunzione. Per far questo non è sufficiente candidarsi alle offerte di lavoro in Rete o portare il curriculum vitae a varie società di Head Hunting e alle aziende della zona.

È già qualcosa, ma non è la carta vincente. C’è bisogno di un ingrediente fondamentale: la consapevolezza. Di tre cose in particolare:

 

  1. Avere a disposizione strumenti adeguati alla ricerca del lavoro. Aggiornate e che soprattutto siano in linea con le richieste del mercato di oggi, ma, ancor più, che siano in linea con la nostra personalità, che ne rispecchino le competenze, le attitudini, gli interessi, gli studi.
    • Il curriculum vitae deve essere in linea con quanto richiesto dalle offerte di lavoro. Alcune aziende richiedono ancora il formato europeo, ma è una fetta di mercato che si sta riducendo. Basti pensare che mediamente un’azienda multinazionale riceve in un anno 80mila candidature spontanee, cioè di profili che non rispondono ad annunci per posizioni aperte. Il curriculum deve essere distintivo rispetto all’abbondanza di nome, date e fotografie che il selezionatore si trova per le mani.
    • La lettera di presentazione deve essere vestita volta per volta con le caratteristiche dell’azienda o del posto di lavoro a cui abbiamo messo gli occhi addosso. La domanda da farsi è: io che cosa posso offrire a questa realtà professionale? Perché tra 1000 candidati io dovrei essere scelto? Non facciamo vincere la pigrizia e riscriviamo ogni volta la lettera a seconda di quello che il datore di lavoro sta cercando. Così le possibilità aumenteranno. Per questo serve raccogliere informazioni sul sito aziendale o da qualcuno che conosciamo e che lì è già stato assunto. È necessario effettuare un’attenta analisi per elaborare il match tra le mie competenze e quelle richieste dalla posizione. E ora puoi iniziare a scrivere.
    • È sempre più frequente reclutare nuovi dipendenti o professionisti tramite la piattaforma LinkedIn. È uno strumento immediato, ma non per questo semplice. Perché sia veramente efficace è utile descriversi con alcune parole chiave. In questo modo i selezionatori potranno essere interessati alla tua figura e saranno loro a trovarti. Scegli il più possibile la sintesi e la foto deve essere professionale.
    • I profili social oggi sono il secondo canale di conoscenza e verifica da parte di chi recluta. Nella ricerca del lavoro non esiste distinzione tra la parte privata e quella pubblica, tra la vita dopo il lavoro e il profilo professionale. Insultare sui propri profili social un politico, un giocatore porta a pensare che potenzialmente potresti replicare un atteggiamento simile in ufficio. Attenzione, quindi, a quel che si scrive. Come valvola di sfogo scegliamo la palestra e non la Rete!

 

  1. Pur avendo strumenti di presentazione adeguati nessuno ti ha ancora selezionato per un primo colloquio conoscitivo? Allora è ora di farsi alcune domande specifiche: ti sei candidato a una posizione da sogno? E con te altre 1900 persone? Il tuo profilo è in linea con quanto richiesto o il desiderio è talmente forte che hai chiuso un occhio (o due?)? Tentar non nuoce, certo, ma il tempo perso nel rispondere a un annuncio non in linea non si recupera.

 

  1. Ci sono momenti in cui vivere da autodidatta non paga. Se ci fossero professionisti che verificano la tua lettera di presentazione, o il tuo cv? E che ti aiutano a vagliare se le offerte di lavoro fanno al caso tuo? Beh, ci sono, e lavorano dal 20 anni. Tutto questo è realtà. Si chiama INTOO: guarda qui.

elizabethkirk1

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