/di Roberta Cassina
Perché la reputazione che ci facciamo online è così importante? È una fissazione da patiti del web e dei social?
Proviamo a pensare a cosa facciamo durante un convegno quando un relatore ci pare convincente e preparato… lo googliamo nel giro di qualche secondo per capire qual è la sua storia, cosa ha contraddistinto le sue scelte professionali, anche per chi non è nativo digitale è una prassi abituale. E questo fa anche il recruiter. Se il nostro profilo contiene aspetti d’interesse, perderà qualche minuto a verificarli nel web.
Facciamo in modo allora che ci trovi qualcosa che lo rafforzi nella sua prima impressione positiva.
È importante sia la qualità che la quantità dei contenuti che ci riguardano. Perché così funzionano le ricerche online, per corrispondenza e rilevanza dei risultati, ma anche per numero di clic che dimostrano quanto il post sia interessante.
Attenzione però: tutto lascia una traccia, perciò non preoccupiamoci solamente di creare dei contenuti “job oriented”, prestiamo attenzione a quello che gli altri dicono di noi o a ciò che postiamo, anche a livello di commento o like, sui social.
Una buona prassi consiste nel monitorare costantemente il grado di visibilità del nostro profilo ed eliminare o correggere tutte le pagine che potrebbero avere delle ripercussioni negative.
Il web è il luogo in cui si reagisce più emozionalmente davanti a ciò che vediamo, è il sentimento generato di primo acchito ciò che conta.
Nel mondo virtuale il significato di un contenuto non dipende solo dalla nostra intenzione di comunicazione, ma anche dalla percezione dei riceventi: il valore di ciò che ci riguarda è un processo collettivo e partecipato.
Come fare allora per monitorare davvero la nostra web reputation? Nei prossimi post sveleremo qualche tool per evitare ripercussioni negative.
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