Tiziana G. è siciliana di nascita, ma milanese d’adozione. Dopo la laurea, circa 25 anni fa, in Scienze statistiche si trasferisce. Il suo destino, infatti, la porta diretta nel capoluogo lombardo per partecipare a un corso post laurea a nemmeno 22 anni. Le possibilità lavorative, però, non hanno la pazienza di attendere la fine di quella ulteriore specializzazione e Tiziana incomincia a lavorare.
Quale talento hai scoperto sul campo?
Mi sono occupata di marketing e da lì la strada per scoprire la mia indole commerciale è stata veramente breve. Nella prima società in cui ho lavorato mi sono occupata di vendita consulenziale per grandi clienti e, proprio tra questi, è emersa la mia seconda opportunità professionale.
Ho accettato la sfida e trascorso dieci anni circa in questa grande società americana nell’ambito del design.
Come ha avuto avvio la tua carriera?
Ho proprio vissuto la gavetta, dal seguire un progetto di marketing, sono stata trasferita nella divisione commerciale e poi, pian piano, raggiunto il ruolo di team leader dei key account. L’ufficio era molto maschile e quindi questo costituiva una novità. Il fatto che l’azienda fosse americana certamente ha molto inciso, ma io credo che il leader sia colui che viene seguito, non chi viene imposto dalla gerarchia.
Poi, corteggiata da un’altra azienda, mi sono confrontata con una nuova sfida: non più implementare la business intelligence, ma sviluppare il canale di vendita diretta. Era la mia prima volta con una realtà italiana, dopo anni di lavoro con gli americani.
Ma l’esperienza non mi corrispondeva fino in fondo e nel 2012 ho dato seguito alla proposta di un cacciatore di teste. Sono volata in Olanda per collaborare con un’azienda bellissima che vanta un prodotto di grande design: per me era veramente un sogno.
Trascorsi tre anni affascinanti, un problema di salute mi debilita al punto da costringermi a lasciare quel posto e a ricercare lavoro in Italia. È stato terribile, amavo il mio lavoro, ma non riuscivo più a dare un contributo.
Tornata a fine 2014, per fortuna nel 2015 torno in forma. È accorso in mio aiuto l’avvio di Expo2015 nel quale ho avuto l’occasione di chiudere vari contratti, utili alla realizzazione di sei padiglioni.
Da fine 2016 entro a far parte del management di un’azienda che doveva rinascere. Ho lanciato il cuore oltre l’ostacolo e da zero in due anni abbiamo raggiunto risultati molto importanti.
Cosa ha dato inizio alla crisi?
A inizio 2020 mi ha contattata un cacciatore di teste e convinta a coinvolgermi in un’azienda green. Ma questa volta la valutazione è sbagliata. Dopo 25 anni di lavoro, mi sono trovata a riscrivere il cv. Era la fine di luglio 2020, in coda alla prima grande ondata della pandemia da Covid19.
Che cosa è successo?
Una cosa molto strana. Ho passato un periodo in cui mi davo molte colpe perché, in fondo, pensavo di avere sbagliato. Quando si è donna il critico che vive in noi è veramente cattivo.
Da settembre a dicembre ho cercato di trovare delle spiegazioni logiche, di capire cosa fosse successo, ma, alla fine, mi sono detta: “Voglio prendermi del tempo”. Senza l’avvento del virus avrei optato per un anno sabbatico, dopo una vita trascorsa a lavorare. Ma in quella condizione mi era impossibile.
Quale aspetto ti ha fatto rialzare la testa?
Sono una persona molto curiosa e la curiosità è stata la mia salvezza. A questo aggiungo che amo la comunicazione digitale. Ho cercato di informarmi su tutti i canali disponibili, dal web a YouTube e ho iniziato a lavorare su tematiche legate a LinkedIn. Ho voluto anche leggere quanto più possibile per capire come fare il cv.
La vera svolta, però, è avvenuta con un incontro a dicembre. Faccio parte, infatti, del consiglio direttivo di un’associazione e una delle mie più care amiche mi ha incalzato: “Perché non regaliamo un momento, un Christmas webinar, alle associate per parlare di come affrontare questo momento storico?”.
Così hai conosciuto l’Amministratore Delegato di INTOO, Cetti Galante…
Sì e mi sono illuminata al punto da decidere di intraprendere un percorso che potesse aiutarmi a vedere le cose con maggiore lucidità. Il primo passo per un lavoro serio è il bilancio delle competenze perché dà consapevolezza alla persona e aiuta ad aprire gli occhi e a capire varie dinamiche. Io, ad esempio, mi sono resa conto della ragione di molti contrasti con il mio capo precedente.
Oppure, per fare un secondo esempio, mi è stato fatto notare come io abbia una capacità di decisione, di vedere l’oltre che è molto veloce. Questo, se è un talento, dall’altra parte può portarmi a disallinearmi rispetto agli altri.
Quali sono stati i passi successivi?
Insieme agli esperti INTOO abbiamo lavorato su tutti gli strumenti di comunicazione del mio profilo, dall’elevator pitch al cv, fino alle lettere di presentazione passando per LinkedIn. Sono seguiti due incontri sul networking e l’impostazione della strategia. Ben presto sono arrivate le prime richieste di colloquio, ma – personalmente – avevo bisogno di essere innamorata del prodotto.
Come è arrivata la svolta?
Proprio dal networking: una mia ex collega mi ha segnalato per una posizione, ho affrontato tutto il percorso di selezione e mi è stata proposta l’assunzione. Mi si chiedeva di impostare un metodo, la mia specialità. A distanza di cinque mesi, quindi, ho ritrovato il mio posto.
A partire dalla tua esperienza, che cosa ti senti di consigliare?
In un momento così delicato è importante avere la consapevolezza che non ce la si fa da soli. Non si tratta di essere bravi o aver fatto una carriera meravigliosa: c’è un momento in cui si è deboli e in questo percorso riacquisti la tua forza. Non sono in sé gli strumenti a fare la differenza, ma il fatto di avere una sorta di allenatore che ti sprona a fare del tuo meglio.