/di Marilù Anaclerio
Sono davvero tante le sollecitazioni che un/a giovane fresco di diploma o di laurea riceve nel momento in cui, per la prima volta, si approccia al mercato del lavoro. Anzi, ancor prima che si affacci ad esso, attraverso un’informazione che ormai raggiunge tutti a qualsiasi livello, in modo immediato e continuativo. I social network, professionali e non, le App sul telefonino, il tam tam delle news digitali…Un insieme di strumenti che, se da un lato permette ad ognuno di loro di essere costantemente “sul pezzo”, dall’altro rischia di veicolare informazioni in modo spesso sommario e disordinato.
In questo scenario il tema del lavoro è sicuramente uno dei topics maggiormente all’ordine del giorno, dato l’interesse che esso suscita costantemente e la mole di riflessioni che ne derivano. La difficoltà per i giovani alle prime armi nel mondo del lavoro diventa, quindi, quella di distinguere – in questo mare magnum di offerta informativa – i consigli corretti da quelli che sono, invece, vademecum generalisti e fuorvianti e, così, intraprendere delle azioni strategiche che possono effettivamente costituire un valore aggiunto nella loro proposizione al mercato.
Per far sì che queste azioni abbiano una loro efficacia continuativa e nel tempo, è però importante per il giovane candidato definire delle strategie metodiche e puntuali da implementare con costanza e proattività:
- Cominciare ad avere percezione delle dinamiche del mercato del lavoro e del proprio obiettivo professionale già nel corso dell’ultimo anno di studi, in modo da risultare preparato, nonché maggiormente assertivo ed efficace al momento della presentazione di sé. Questa analisi la si può fare attraverso worskhop informativi, sessioni di orientamento professionale, assessment attitudinali, con l’aiuto di esperti che supportino il giovane nella migliore comprensione delle sue potenzialità e della compatibilità del suo obiettivo, non solo con le proprie attitudini ma anche con la fattibilità del progetto sull’attuale mercato del lavoro.
- Impostare un Curriculum che racconti il valore aggiunto della persona. Questo può non risultare semplice per chi non ha ancora esperienze di lavoro e la cui sfida sarà, allora, quella di descrivere al meglio, e con puntualità, gli ambiti di studio del proprio percorso formativo, i project work o gli elaborati materia di discussione delle sedute di diploma, di laurea o di Master, i corsi frequentati a latere e che possono comunque costituire un plus per il mercato, i tirocini fatti durante gli studi, le brevi esperienze lavorative (anche se stagionali o saltuarie).
Il Cv rappresenta per tutti un biglietto da visita. E lo è ancor di più per chi, agli albori della propria storia lavorativa, non può evidenziare traguardi o responsabilità dimostrate sul campo e, quindi, deve far leva molto più su attitudini, potenzialità ed obiettivi scolastici.
- Impostare una Lettera di Presentazione che evidenzi non solo il percorso formativo, ma anche le soft skills, le peculiarità della propria personalità, cercando di customizzare il contenuto ogni volta alla luce del destinatario cui si scrive, mostrando così motivazione e vivo interesse per il contesto o la posizione per cui ci si propone.
- Definire la propria “immagine digitale”, focalizzandosi su quelli che ad oggi sono i social network professionali maggiormente utilizzati (ad es. Linkedin) e facendo attenzione a che i contenuti inseriti siano armonici rispetto a quanto scritto sul cv cartaceo e sulle altre piattaforme social meno professionali e più di “friendly approach” (ad es Facebook). Il recruiter ad oggi ha, infatti, molteplici possibilità di farsi un’idea d’insieme del profilo del giovane candidato, proprio grazie a questa fluidità di informazioni che viaggiano sul web.
- Iniziare da subito a costruire il proprio network che sarà, nel tempo, non solo il motore principale della strategia di “caccia” e di proposizione al mercato, ma anche il veicolo attraverso il quale il giovane si manterrà aggiornato sulle dinamiche che riguardano gli attori componenti il mondo del lavoro e avere, così, un’overview costante su cambiamenti di scenario, trend, cambi di poltrona, etc..
Si può iniziare a costruire il proprio network, “allenandosi” con quelli che sono i contatti più caldi e con cui si è maggiormente in confidenza (amici, persone con cui si condivide un hobby, vicini di casa..), per poi spaziare su interlocutori di secondo livello da impattare grazie ad un contatto ponte e, a seguire ancora, su contatti del tutto nuovi (recruiter di società di selezione, hr di aziende..).
- Definire un elenco di aziende e di società di selezione in linea con il proprio obiettivo, fermo restando che, trattandosi del primo approccio al mercato, esso potrà essere nei primi anni suscettibile di variazioni e cambiamenti. Detto questo, è però importante che il giovane non dia un’immagine di sé confusa, attraverso l’invio di centinaia di candidature su posizioni del tutto diverse tra loro o trasmettendo una vocazione professionale aperta a qualsiasi ruolo, perdendo – così facendo – l’opportunità di evidenziare il potenziale che può scaturire invece dalla specificità delle proprie attitudini su alcuni ruoli piuttosto che su altri.
- Una volta “perimetrato” quanto più possibile il proprio obiettivo e definito un primo elenco di aziende, sarà importante reperire – attraverso Linkedin o altri social network di stampo professionale – il nominativo del recruiter e inviargli/le un messaggio in cui esprimere motivazione per la realtà in cui opera e in cui si evidenzia la posizione alla quale ci si vorrebbe candidare.
- Mappare le principali società di selezione – canale di intermediazione ancora molto utilizzato dalle aziende – andando sempre, anche in questo caso, ad identificare un referente preciso con cui sviluppare e potenziare man mano la relazione. Questo tipo di networking farà in modo che, nel momento in cui il recruiter gestirà una posizione, egli avrà molto più a mente un candidato con il quale ha mantenuto costante il contatto, piuttosto che quello da cui ha ricevuto una sola volta il CV (lo stesso discorso vale ovviamente per i contatti con le aziende).
- Nel contatto con aziende e società di selezione chiedere sempre l’opportunità di un colloquio anche solo conoscitivo, utile sia per rompere la barriera della prima conoscenza, sia perché esso rappresenterà un modo per prendere sempre più confidenza nella gestione della comunicazione ed arrivare preparati ai colloqui maggiormente strategici.
- Creare un metodo di catalogazione dei contatti e delle informazioni che mano a mano si ricevono dal mercato. E’ sufficiente un file excel schematico nel quale riportare puntualmente le candidature fatte, le posizioni alle quali si è risposto, i feedback ricevuti, i nomi dei referenti a cui si è scritto o che hanno dato un riscontro. Questo schema aiuterà il giovane a fare memoria anche di quelle candidature più lontane nel tempo e a fare attività di refresh periodico sui contatti ancora senza feedback o che richiedono un aggiornamento.
Fils rouge di tutte queste azioni dovranno sempre essere, però, la motivazione e la fiducia del giovane nelle proprie potenzialità, senza che egli si lasci scoraggiare dalle informazioni non sempre così esaltanti che arrivano dall’esterno e che lo portano a pensare che a vincere sono sempre gli stessi o che non ci siano abbastanza opportunità da poter cogliere nell’attuale scenario di mercato. Quello che è vero è che non è così semplice intercettarle, perché sono moltissime le persone in cerca di occupazione – sia essa la prima o quelle a seguire – e perché non sempre i canali di accesso sono immediatamente fruibili. E’ per tale motivo che una strategia costantemente proattiva, tendente a costruire una relazione diretta con i propri interlocutori, nonché a customizzare il proprio modo di presentarsi dando evidenza ai punti di coerenza (anche motivazionali, laddove manca l’esperienza lavorativa) tra le proprie caratteristiche e la vision/mission del destinatario delle candidatura, permetterà di raggiungere con più efficacia e successo i propri obiettivi.
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