I nodi della ripresa: quando il digitale è freno e slancio

digitale-post-covid

Analisi e soluzioni sono all’ordine del giorno: la crisi dettata dal Coronavirus costringe a una riflessione e a una rivoluzione. A tema il digitale, ancora di salvezza durante il lockdown, ma ora osservato speciale.

Perché se per tutti è stata una possibilità per continuare a lavorare in smartworking durante l’emergenza, allo stesso tempo è risultata evidente quanta strada si deve ancora percorrere per essere allineati alle esigenze attuali.

In prima battuta, vengono chiamati in causa il mercato del lavoro e, di conseguenza, i lavoratori. L’analisi è semplice e chiara, la soluzione meno.[vc_empty_space]Nella difficoltà emergono i fattori di ostacolo e, nel caso italiano, l’ostacolo è, paradossalmente, il digitale.

Secondo il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, la trasformazione digitale incalza il sistema produttivo e anche la formazione delle competenze. Al punto che, le competenze digitali sono richieste per 7 assunti su 10 nelle imprese italiane, pari a 3,2 milioni di lavoratori. Si tratta di abilità tecnologiche di base, come l’utilizzo di internet e la capacità nella gestione di strumenti di comunicazione visiva e multimediale, necessarie per circa 2,8 milioni dei nuovi ingressi in azienda (il 60,4% del totale).

O, ancora, la capacità di utilizzare linguaggi o metodi matematici che è stata ritenuta necessaria per oltre 2,3 milioni di entrate programmate, pari al 51,3% del totale.[vc_empty_space]Ma la soluzione non è così semplice. Il Governo lo ha intuito e sta muovendo i primi passi per irrobustire la piccola imprenditoria verso l’innovazione digitale.

È in corso di pubblicazione in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico che favorisce la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese, attraverso l’applicazione di tecnologie previste nell’ambito di Impresa 4.0.

Per questa misura agevolativa sono stati stanziati 100 milioni di euro dal Decreto Crescita.

Il Paese stesso presenta, però, infrastrutture ancora carenti: molte aree non sono connesse, manca la banda larga nella maggior parte d’Italia, determinando così un digital divide pericoloso. Lo hanno dimostrato alcuni casi di didattica a distanza o di amministrazioni che non sono in grado di interagire con altre amministrazioni provocando il ritardo nell’erogazione dei servizi.[vc_empty_space]Nessuno, quindi, può rifuggire la chiamata a tale trasformazione. A evidenziarlo con forza è lo studio di McKinsey, appena diffuso, che nel report “Il futuro del lavoro in Europa” non nasconde i numeri e non fa sconti: sono 24 milioni i posti di lavoro a rischio nell’Unione europea e nel Regno Unito, quasi il 10% dei posti disponibili attualmente.

Commercio, turismo e ristorazione sono i settori più bui. Ma ci sono alcuni segnali che fanno sperare nella creazione di nuovi posti di lavoro. A una condizione: che si segua il richiamo ad allinearsi alle nuove competenze digitali.

skill-richieste-post-covid

Lo studio conta in 90 milioni i lavoratori che dovranno riqualificarsi e aggiornarsi secondo diverse skills.  Come si vede dal grafico, non si tratta, però, solo di competenze tecnologiche, come quelle sopra elencate, ma anche di capacità sociali e di relazione.

Un tema che va sempre più a braccetto con il digitale, veicolo di nuovi rapporti e scambi profittevoli. È così che la PMI avrà sempre più bisogno del web per vendere e farsi conoscere, dei social media per allargare la sua base di vendita o per scoprire nuovi fornitori, di rispondere tempestivamente via mail, o ancora meglio via chat, alle domande degli utenti, sempre meno presenti fisicamente e sempre più impazienti on line.

Questo è il nuovo mondo al quale il Covid ha offerto un’accelerazione imprevista. Quel che ora non possiamo più chiamare “imprevisto” è l’urgenza di non rimanere indietro: è necessario attivare tutte le risorse possibili perché il digitale non sia più un’aggiunta alla produzione o ai nostri servizi, ma sia lo scheletro, il sostegno e la struttura della nostra attività quotidiana.[vc_empty_space][vc_btn title=”Desideri maggiori consigli? Registrati gratis e incontra un Career Coach esperto!” color=”green” align=”center” link=”url:https%3A%2F%2Fwww.intoo.com%2Fit%2Fper-le-persone%2Fcareer-coaching%2F|title:Career%20coaching|target:_blank”][/vc_column][/vc_row]

elizabethkirk1

elizabethkirk1

Vuoi maggiori informazioni sui nostri servizi?

Categorie

Ultimi Post

Come non farsi travolgere dagli impegni, con una perfetta to-do list
Come non farsi travolgere dagli impegni, con una perfetta to-do list

La lista delle cose da fare consente di gestire al meglio sia il lavoro che le attività quotidiane, ma può anche creare ansia da prestazione e senso di fallimento. Gli esperti consigliano come stilarne una a propria misura. Occorre essere molto centrati sugli...

Abbiamo ottenuto la Certificazione della Parità di Genere
Abbiamo ottenuto la Certificazione della Parità di Genere

Introdotta dal PNRR e disciplinata dalla Legge di Bilancio 2022, la Certificazione della Parità di Genere secondo la UNI/PdR 125:2022 è un’attestazione a valore nazionale di validità triennale per quelle aziende che dimostrano di aver fatto proprio il paradigma della...

Longevity in azienda: 5 linee guida per iniziare a occuparsene
Longevity in azienda: 5 linee guida per iniziare a occuparsene

"I trend demografici riguardano sempre più le organizzazioni e la longevità è oggi al primo posto; è necessario che venga vista come una risorsa, piuttosto che come una criticità." Queste le parole di Alessandra Giordano direttore Employability e Career Development di...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A MICHELA CIMMINO
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A MICHELA CIMMINO

“Dopo diversi anni a lavorare sodo in una multinazionale, è come se non sapessi vederti fuori da lì, in una forma o un ruolo differente. Perciò, quando ho accolto l’esodo agevolato, ho avuto bisogno di qualcuno che sostenesse il mio percorso, un cammino durante il...

Longevità al lavoro: le 5 mosse per farne un’opportunità
Over 55 e aziende: prepararsi alla stagione dei longennials

"Con l’allungamento della vita media spesso in salute, con prospettiva di vivere anche oltre 30 anni dopo il pensionamento, ma con importi pensionistici sempre più bassi, la longevità ormai fa parte della nostra quotidianità." Così inizia l'articolo scritto da Cetti...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA AD ANDREA QUADRINI
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA AD ANDREA QUADRINI

Ha lavorato in multinazionali, aziende familiari e pubbliche, per circa 35 anni (dei quali 12 vissuti all’estero), oggi Andrea Quadrini, al suo ingresso nella sessantina, affronta una nuova fase della sua vita, quella di senior advisor in una dimensione di maggior...

OVER55, COSÌ CAMBIANO LE LEVE MOTIVAZIONALI
OVER55, COSÌ CAMBIANO LE LEVE MOTIVAZIONALI

Motivati, ingaggiati, preparati. La motivazione al lavoro è indipendente dall’età? Sì, dicono in coro accademici e studiosi della materia. Per essere più precisi si potrebbe dire che con l’età cambia non tanto la possibilità di essere motivati, ma ciò che motiva. Così...

PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A CARLO BIANCHINI
PERCORSI DI OUTPLACEMENT: INTERVISTA A CARLO BIANCHINI

La serenità professionale attrae opportunità Carlo Bianchini racconta il proprio percorso professionale partendo da qualcosa che lavoro non è: apre con la sua vita privata (la moglie, il figlio che studia ingegneria al Politecnico di Milano), l’importanza delle sue...