È una media, chiaramente, ma sono circa quaranta le ore che ognuno di noi trascorre impegnato nel lavoro.
Quaranta ore di lavoro. Un’infinità. Non si può, allora, distinguere la necessità di quel che si deve fare dal valore che ha. Un valore duplice che è, da una parte, personale e, dall’altra, aziendale.
Che il lavoratore possa avere l’opportunità di varcare la porta di ingresso con la consapevolezza di essere importante per l’azienda può cambiare la sua reale produttività sul lavoro. Non è vero, infatti, che nessuno è necessario, che per tutti si può trovare una perfetta alternativa. Una simile consapevolezza è direttamente proporzionale al senso di appartenenza che l’azienda esprime e che il dipendente sa assumere. Il senso di appartenenza a una storia, che richiede la propria attività, coinvolge più aspetti della persona: un legame, il senso delle cose che si hanno tra le mani, la potenza della comunicazione.
Un legame che permette una certa sincerità, la schiettezza e la libertà che confluiscono nel fiume della creatività, della produttività del lavoro, dell’assumersi un rischio.
Solo forte di un sentire comune, il lavoratore potrà mettere in campo delle responsabilità, introdurre delle innovazioni, fare proposte dirompenti rispetto al mainstream.
Spesso si è parlato, negli anni scorsi, di open door management, cioè di vertici capaci di lasciare aperta la porta, ascoltare chi lavora nel team. È un’attuazione pratica di questa rivoluzione, un camminare assieme verso lo stesso orizzonte. Il contrario, quel che è definito micromanagement, rende tutto, appunto, piccolo. La competizione, il non voler delegare, la mancata comunicazione degli obiettivi raggiunti e di quelli da raggiungere sono il frutto di un grave malessere che permea il clima aziendale. Questo atteggiamento è tossico anche per chi, con tutte le potenzialità possibili si sente coinvolto con il valore della società.
Un nuovo modello di work-life balance
Insomma, questi movimenti tellurici identificano esigenze che sono emerse durante la pandemia: un nuovo Work-life balance, con una riduzione dello stress e un maggior benessere. Le strade per rispondere a questi nuovi bisogni sono molteplici, quel che è evidente è che alcune aziende – oltre ad accorgersene – stanno già iniziando a disegnare i primi percorsi, convinte che la produttività possa trovare una nuova forma.