Anche in piena pandemia il mercato del lavoro si è mosso, vorticosamente, mettendo in ginocchio interi settori e facendone decollare altri. Figure strategiche, in grado di disegnare orizzonti nuovi per le aziende e in linea con le esigenze di un mercato più connesso e digitale, sono state accuratamente selezionate e stanno muovendo i primi passi nelle realtà che li hanno scelti. Ma ci sono anche profili più junior chiamati a dare man forte a staff consolidati che lavorano su obiettivi sfidanti.[vc_empty_space]
Come fare per gestire la delicatissima fase dell’onboarding da remoto? Lo abbiamo chiesto a Silvia Doniselli, esperta INTOO, che si è prodigata nell’offrirci consigli preziosi:
[vc_empty_space]Innanzitutto complimenti a chi sta affrontando questa sfida, perché ne ha già vinta una importante: ha intercettato un’opportunità interessante, si è preparato per coglierla al momento e nel modo più opportuno, ha saputo mettere in luce la sua unicità e ora ha davanti un nuovo traguardo, quello di un inserimento efficace.
Il mio primo consiglio è certamente quello di entrare in punta di piedi, perché ogni azienda è fatta di persone, di equilibri, di dinamiche che vanno conosciute e comprese. Non è semplice se si inizia un’avventura lavorativa da remoto, bisogna mettere in conto il giusto tempo (altro consiglio prezioso per vivere questa fase in maniera serena) per comprendere la cultura aziendale e i valori che la innervano e stabilire un clima di comprensione e collaborazione.[vc_empty_space]
Concretamente, come si può fare per instaurare rapporti positivi e conoscere in profondità la nuova azienda, se non vi ci si è mai messo piede?
[vc_empty_space]Non consideriamo la modalità da remoto solo come un’avversaria. In tempi di Covid la distanza permette di incontrare nuove persone senza timore, scevri da quella ritrosia che la paura del contagio porta con sé. Da remoto siamo sicuri e quindi nessuna obiezione di questo genere potrà ostacolarci nell’aprirci a nuovi rapporti. Fatta tale premessa, è chiaro che la lontananza rischia di generare distanza intesa come freddezza, ma non è un muro invalicabile. Operativamente, per superare tale barriera, suggerisco sempre di chiedere incontri one to one, selezionando i destinatari a seconda del profilo e del ruolo che ricoprono.
Il vedersi e parlarsi a quattr’occhi, seppur attraverso lo schermo del pc, facilita la relazione. Si può permettere all’altro di notare qualche dettaglio della propria casa, senza necessariamente impostare uno sfondo digitale, e allargare la conversazione anche a temi che vadano oltre le task quotidiane. In questo periodo siamo tutti accumunati da alcune fatiche (la DAD per i genitori, uno smart working non sempre smart) e questo è un potente elemento di vicinanza.[vc_empty_space]
L’azienda può aiutare in questo personalissimo percorso?
Certo, molte realtà si sono già mosse in questo senso con percorsi strutturati ad hoc. Qui vediamo quanto sia nodale il ruolo dell’HR nell’abilitare la nuova risorsa a un onboarding il più rapido ed efficace possibile. Ma anche chi non trovasse ad attenderlo un percorso definito può creare un proprio cammino, costellando l’agenda di incontri uno a uno da affiancare alla partecipazione attenta alle town hall, alle convention, ai webinar proposti a tutta la compagine aziendale.
Seguire i social o il blog, le notizie pubblicate nella intranet sono ottimi strumenti per iniziare a conoscere una realtà e potervi muovere i primi passi nella maniera corretta. È un periodo delicato, ma preparandosi adeguatamente sarà foriero di soddisfazioni, anche se affrontato da remoto.