IL BENESSERE NEL LAVORO È ANCHE MENTALE

Emerge un dato che fa riflettere

il 75% dei lavoratori, circa 3 persone su 4, under 34, appartenenti alla categoria blue collar si è dimesso almeno una volta per preservare la propria salute psicologica.

Un trend in crescita dell’11% rispetto allo scorso anno, soprattutto per quanto riguarda la Generazione Z, pari circa al 60%. In dettaglio, 1 persona su 2 dichiara di soffrire di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro. A pesare è la pandemia: la percentuale di persone che dichiara di sperimentare frequenti vissuti di ansia o insonnia è passata dal 35%, prima del Covid, al 50%.

Un fenomeno dalle grandi dimensioni

A ricordarcelo, i dati pubblicati in occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale da Mindwork, società italiana per la consulenza psicologica in ambito aziendale, che ha presentato la ricerca BVA Doxa dedicata al vissuto, ai bisogni e ai desiderata dei dipendenti delle aziende italiane.

Nonostante le dimensioni del fenomeno, rimane un ostacolo parlare apertamente di disagio psicologico: quasi il 40% dei lavoratori, infatti, non si sente libero di dichiarare il proprio malessere in azienda, mentre c’è meno reticenza a confidarsi con amici o in famiglia.

Ma non solo: è in questo contesto che il fenomeno del quiet quitting, ossia il limitarsi a fare lo stretto necessario a lavoro, si afferma. Il non investire energie in un progetto professionale, preferire ritirarsi senza rischiare possono essere l’altro lato della medaglia di quel che è burnout, che con sé trascina distacco mentale e cinismo.

Nuovi spazi di dialogo

Ci sono alcune voci, però, che cercano di aprire spazi nuovi di dialogo. “Da uno bravo” è il podcast di Saverio Raimondo che racconta la vita di un ipocondriaco a confronto con la medicina: 12 puntate per l’incontro con 12 specialisti, tra cui uno psicologo. È il tentativo di superare i confini di quel non detto che circonda ancora la sfera della salute, in particolare della salute mentale.

A rompere il tetto di cristallo in merito anche alcuni influencer, come Chiara Ferragni, che ha confermato i benefici di un accompagnamento psicologico per la sua salute fisica e per il benessere della famiglia.

Può essere una via d’uscita o uno spunto di rinascita il poter affidare il proprio benessere anche a un consulente, un esperto, cioè, che conosce le dinamiche personali e lavorative che possono favorire il futuro e attutire quella stagnazione che, in alcuni frangenti della vita, può diventare una palude. Un’alternativa è possibile, è importante attivarsi di concerto – lavoratori e aziende – per disegnarla, per la crescita di ciascuno.

elizabethkirk1

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