Dalla consulenza ex post alla consulenza just in time: così il career coaching diventa un’assicurazione sul futuro
«Non c’è realtà permanente a eccezione della realtà del cambiamento; la permanenza è un’illusione dei sensi». Lo diceva Eraclito in tempi assolutamente non sospetti, ed è seguendo questo pensiero che le società di Outplacement stanno cambiando pelle. Un’onda lunga partita dagli stati Uniti anni fa e poi approdata in Europa.
Del resto negli ultimi 12 anni il mercato del lavoro si è evoluto in modo deciso e l’arrivo della pandemia ha accelerato ulteriormente la sua metamorfosi, spingendo le organizzazioni a cambiare obiettivi e struttura in tempi sempre più rapidi.
Tenere il passo con la rivoluzione in atto
Per tenere il passo con la rivoluzione in atto e continuare a essere efficaci e competitive, le società di Outplacement hanno dovuto adeguare l’offerta, modellandola sulle nuove esigenze del mercato di riferimento. Così se un tempo offrivano il loro servizio a manager o a gruppi di lavoratori di aziende alle prese con processi di ristrutturazione o di cessione, oggi hanno ampliato il loro raggio di azione supportando sia le imprese sia dirigenti, quadri e impiegati direzionali. Obiettivo: diventare un partner nella gestione del cambiamento organizzativo per le prime e un attento consulente di carriera per i secondi.
«Società come INTOO, da sempre vigili al mutamento dei mercati, stanno spostando il loro business dal gestire situazioni di emergenza ex post a gestire l’evoluzione della carriera professionale delle singole persone», afferma Ivan Piccoli, responsabile dell’Osservatorio mercato del lavoro di INTOO e career coach. E non è un caso.
Le nuove tendenze che guidano le imprese di Outplacement
Due sono le tendenze che stanno spingendo le imprese di Outplacement in questa direzione. La prima è che se un tempo una persona entrava in un’azienda vi restava fino a fine carriera e a gestire la sua crescita professionale ci pensava l’organizzazione stessa. Oggi, invece, che la permanenza media in un’azienda è di 5 anni, la carriera è interamente nelle mani dei singoli lavoratori.
Allungamento della vita lavorativa e dell’età pensionabile
Il secondo trend da tenere in considerazione è l’allungamento della vita lavorativa dovuto all’innalzamento dell’età pensionabile. «L’unione dei due fattori obbliga le persone a tenere un legame molto stretto con il mercato. Obiettivo: restare competitive a lungo. Anche perché, seppur in un contesto di offerta di lavoro frizzante, inviare un Cv oggi non basta certo per trovare una nuova occupazione. Ci si deve presentare come il professionista che sa risolvere determinate problematiche e bisogna essere capaci di identificare subito quali sono le aziende in cui la nostra professionalità e il nostro background potrebbero fare la differenza».
Employability ed evoluzione dei settori
Legame stretto con il mercato significa, infatti, monitorare costantemente l’evoluzione del settore in cui si opera, il cambiamento che sta avendo il proprio ruolo professionale, l’aggiornamento delle proprie competenze. Tutte operazioni che le società di Outplacement possono supportare e sviluppare. «L’evoluzione che stiamo vivendo è proprio questa: offrire servizi non più solo per risolvere situazioni di discontinuità lavorativa, ma per gestire la carriera delle persone facendo leva sul nostro storico know how», precisa Piccoli. Diventando quindi a tutti gli effetti una sorta di assicurazione sul futuro dell’employability dei lavoratori.
Un partner strategico per le aziende
Un servizio a 360 gradi, dunque, capace di intervenire in tutti i processi di cambiamento che in questo periodo complesso stanno coinvolgendo le imprese di ogni dimensione, di cui l’Outplacement è diventato un pezzo del ventaglio dell’offerta, fatta anche di career transformation, servizi a supporto all’occupabilità dei dipendenti e non solo.
«Questo per le aziende è un momento di transizione delicatissimo e non facile da gestire», interviene Paola Marongiu, Business partner consultant di INTOO. «Avere al proprio fianco un consulente esperto in grado di aiutarle nella lettura e nell’interpretazione dei mutamenti in atto è un valore aggiunto strategico sempre più apprezzato dalle aziende.
Non è un caso che siano in aumento le realtà che ci coinvolgono per un confronto e una consulenza con l’obiettivo di mettere a punto politiche di engagement e retention del personale, piuttosto che percorsi di reskilling e up-skilling. Inoltre attraverso interventi legati all’analisi delle competenze supportiamo le persone nell’essere più consapevoli delle loro potenzialità e della loro employability rendendo conseguentemente le aziende più competitive e forti sul mercato, aggiunge Marongiu.
Career coaching, la strada futura
E la rotta futura del settore va sempre più in questa direzione. Del resto in mercati più maturi del nostro, come quello Usa, la figura del career coach già oggi è quella che segue le persone dall’inizio alla fine della loro carriera.
«Negli States il manager viene seguito non solo quando deve o vuole cambiare lavoro, ma anche per imparare a usare bene le armi che ha a disposizione per gestire la carriera all’interno della azienda dove lavora o all’esterno, comprendendo bene le skill su cui deve puntare e quelle su cui si deve formare per elevarsi. Per monitorare meglio come sta evolvendola sua professione ed evitare di restare escluso dal mercato», precisa Piccoli.
E anche in Europa, Italia compresa, la direzione è questa. «Ma per fare una consulenza di qualità è strategico per le società del settore saper leggere per tempo i trend di mercato, conoscere i comparti che stanno crescendo, quelli che invece stanno attraversando periodi di crisi, come stanno evolvendo i vari ruoli professionali, quali sono le aziende che assumono. Inseguire ed essere sempre allineati con il cambiamento, che ha ritmi sempre più veloci, è strategico per aziende come INTOO, perché solo così si è in grado di dare davvero valore aggiunto alle imprese e alle persone», chiosa Marongiu.