È vero, come diceva Einstein, che le crisi servono per svelare a noi stessi chi siamo, portare alla luce la nostra identità.
Se guardiamo il nostro tempo, possiamo leggere in controluce tendenze che sembrano contrapporsi, mentre l’una sta solo facendo emergere l’altra. La crisi energetica, la pandemia, che non si arresta ancora del tutto, e la guerra tra la Russia e l’Ucraina, che non manifesta battute d’arresto in breve tempo, costituiscono le pre condizioni di quella tempesta perfetta che ha favorito quella che è, a oggi, una tra le più gravi inflazioni della storia della nostra nazione.
I lavoratori, proprio a causa dell’inflazione e della crisi energetica, hanno perso gran parte del loro potere d’acquisto. Una situazione che certamente genera un forte stress, che si ripercuote nella vita di tutti i giorni; a questo bisogna aggiungere l’incertezza del lavoro, che risulta in questi mesi una reale minaccia.
La risposta delle imprese alla crisi
Le imprese, dal canto loro, rispondono avendo ben chiaro di voler investire nella formazione del personale, elemento determinante per ridefinire il metodo di lavoro. Un metodo che, per essere funzionale, viene incentrato sul digitale. Perché il digitale? Perché per informatizzare il processo produttivo, il personale ha necessità di acquisire nuove competenze.
Secondo l’analisi di Nomisma, che ha saputo interrogare un campione significativo di imprese del nostro Paese, il 46% degli intervistati ha scommesso sulla formazione tecnica, il 42% sulla formazione di soft skills, mentre il 23% ha dato il via a forme di coaching individuale per supportare le persone nella fase di crescita.
Il rifinanziamento del governo
Suffraga questa direzione anche il recente rifinanziamento da parte del Governo con 1 miliardo di euro del Fondo Nuove Competenze che risponde all’esigenza delle aziende di formare il proprio capitale umano per dar forma a quei processi d’innovazione che disegnano la strada verso la transizione digitale ed ecologica. Affinché questa doppia evoluzione sia realizzabile, tuttavia, servono nuove competenze e l’aggiornamento di quelle già formate.
Il Fondo permette ai datori di lavoro di effettuare attività di formazione per il proprio personale, rimborsando parte del costo delle ore di lavoro destinate.
La formazione continua si rivela e si conferma, dunque, la chiave per potenziare competenze e conoscenze, rafforzare il profilo professionale delle persone e assicurare loro maggior soddisfazione ed engagement. Una crescita orizzontale, posto che non sempre e non ovunque è possibile assicurare una verticalizzazione della carriera anche a chi lo merita.