È accaduto l’opposto di quello che ci saremmo aspettati. La pandemia da Covid19 ha messo a dura prova le aziende che, con ordini fermi e fatturati in contrazione, si sono interrogate sulla propria forza lavoro.
Il Governo, per evitare la temuta diaspora, è intervenuto con i cosiddetti “blocca-licenziamenti”.
A questo punto, quello che ci saremo tutti aspettati è che, a due anni ormai dall’inizio della pandemia, ci sarebbe stato un arroccamento su posizioni acquisite; chi, infatti, sarebbe stato così folle da abbandonare il lavoro in un momento in cui le condizioni sono così instabili e la certezza un miraggio?
Eppure… Eppure sul mito del posto fisso ha vinto qualcos’altro, qualcosa che la pandemia ha fatto emergere con maggior forza: la volontà di corrispondere in maniera più forte al proprio desiderio, ai propri valori e bisogni, anche con la vita professionale.E infatti stiamo assistendo in questi mesi a un boom di dimissioni volontarie, in particolare per quei profili giovani 25-40 anni, che sanno che si vive una volta sola e hanno competenze ancora fresche da poter giocare.
Certo non è semplice in questo momento, è importante poter offrire competenze e conoscenze aggiornate, in linea con quanto il mercato cerca e per farlo bisogna conoscere le evoluzioni e i trend del mercato stesso e del settore. Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, è nodale sapere come arrivare alle realtà che cercano un profilo come il nostro.
Per questo esiste la consulenza di carriera che ci accompagna a costruire un percorso che conduce, passo per passo, a una situazione di maggior soddisfazione professionale.