«Questa è stata una grande estate per lo sport,»
ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accogliendo qualche giorno fa al Quirinale gli sportivi italiani delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo.
«Siete stati squadra, avete dimostrato amicizia e integrazione tra di voi.»
È così: una lunga catena di amicizia è stata quella andata in mondo visione in occasione dei giochi. Questo è quello che i nostri schermi hanno trasmesso e i nostri occhi hanno visto.La staffetta italiana vinta dal quartetto magico, i 100 metri di Marcell Jacobs, Tamberi, che dopo mesi di sospensione dallo sport per un infortunio, indossa la sua medaglia d’oro: sono vittorie non solo personali, bensì, l’espressione di una squadra, di un insieme, come ha evidenziato il presidente Mattarella.
È la squadra che può far emergere il singolo: questo è il grande insegnamento dei giochi olimpici. Basta guardare la storia di Gimbo Tamberi. Nei racconti dei ragazzi è stato lui a dare sostegno, una nuova carica a Tortu, pronto per la staffetta.
«Nonostante tutto, un giorno Gimbo Tamberi ha trascorso due ore con me, e mi ha trasmesso la giusta carica.»
È stato sempre lui ad accogliere al traguardo Jacobs, ancora con la medaglia d’oro al collo. Medaglia vinta grazie alla franchezza del suo avversario, Barshim, che invece di stringere a sé l’oro, ha voluto condividerlo con Gimbo.
«Non avevamo paura di perdere in quel momento ma è stato un gesto d’amore reciproco, nessuno aveva intenzione di togliere all’altro il sogno della vita: perché uno dei due doveva andare a casa senza provare questa gioia?», ha commentato Tamberi.
A sua volta Gregorio Paltrinieri è stato d’aiuto per Tamberi: «Gimbo me lo dice sempre che sono ispirazione per lui, ma io non faccio altro che fare quello che deve fare uno sportivo, gareggio e lotto fino alla fine. Io gli ho ripetuto l’altro giorno che è lui d’ispirazione a me. Lui ha passato il peggio, è sceso fino a giù all’inferno ed è risalito fino all’oro».Così Paltrinieri a Casa Azzurri dopo la vittoria del bronzo in acque aperte a Tokyo 2020. Sono esempi di rapporti di amicizia, di cifre di umanità che rincuorano e che travalicano il terreno sportivo. Sono, cioè, modelli che rinnovano persino la maniera di vivere la vita quotidiana, senza staffette, testimoni, traguardi.
Eppure, ogni giorno è fatto di passaggi di testimone, di obiettivi, di una corsa non a perdifiato, ma una corsa paziente, una maratona utile a raggiungere una meta dopo l’altra. Così, l’insegnamento delle Olimpiadi e Paralimpiadi sa illuminare la strada dettando il metodo: la squadra è necessaria perché la personalità singola sia sempre più definita.
Non si annacqua il profilo individuale, bensì si arricchisce e si sostiene.È la stessa dinamica che può accadere nel lavoro dove, inevitabilmente, si opera in un team, una squadra. Lì si vede la vera forza della persona che, piuttosto che arroccarsi su proprie convinzioni, cerca e spera di essere ancora più valorizzato da chi gli sta accanto secondo una sana competizione, un tifo reciproco.
Se è possibile davanti alle telecamere di tutto il mondo, tanto più può essere realizzabile nel silenzio degli uffici o nel susseguirsi di appuntamenti aziendali. A ognuno la scelta.