/di Roberta Cassina
Pensi mai a come ti vendi? È una domanda scomoda, che può suonare brutale, ma molto utile se stai puntando a crescere dal punto di vista professionale.
Spesso, infatti, finisci ad auto-etichettarti con il tuo ruolo. È una definizione debole (che peraltro magari ha poco senso fuori dai confini in cui è nata) e non specifica rispetto a ciò che sai fare e che fai ogni giorno. Prova a uscire dallo schema e osservati all’opera, racconta le tue competenze, come le hai ottenute e migliorate, quali risultati ti hanno permesso di ottenere.
Perché sei molto di più e di diverso dal titolo che hai.
Ogni volta che porti o meno a termine un progetto, ogni volta che raggiungi un risultato o fallisci un obiettivo, ogni volta che decidi una strategia d’azione mandi un messaggio preciso che racconta chi sei. E allora fai in modo che ne emerga un profilo interessante, non necessariamente tutto in luce, ma autentico e ben strutturato. In altre parole, investi sul tuo personal branding.
Il mercato lo noterà.
Definisci il tuo obiettivo professionale, seleziona il tuo target e scegli le esperienze da raccontare a seconda del tuo interlocutore. Non basta fare questo percorso una volta, offri contenuti su contenuti su blog e social, condividi esperienze, prova a creare engagement e vedrai che la rete di follower si allargherà con il tempo.
Il personal branding è la base di una buona web reputation. Poni te stesso sopra il tuo ruolo, “vendi” chi sei, non la poltrona sulla quale sei seduto. Perché la poltrona può cambiare, magari cambia anche contro la tua volontà, ma “chi sei” rimane ed è il mattoncino su cui costruire il tuo domani…
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