Il “Rapporto Italiani Nel Mondo” della Fondazione Migrantes parla chiaro: dal 2006 al 2018 si è registrato un aumento pari al +64,7% degli italiani trasferiti all’estero. Su 5,1 milioni di connazionali espatriati, il 54,1% è accolto dall’Europa.Ma i dati relativi alle partenze dell’ultimo anno restituiscono una nuova dimensione: sul totale delle partenze i giovani sono il 37,4%, ma la crescita più significativa è da attribuire alla fascia d’età dai cinquant’anni in su (+20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni).
Che cosa sta cambiando?
Sappiamo bene che oggi il mercato del lavoro non è nazionale, ma vanta di confini mondiali. In quest’ottica si comprende meglio la disponibilità a partire per poter sperimentare una vita professionale soddisfacente.
Ma non ci si deve illudere.
La ricerca sul web di posizioni libere, di “lavoro offresi” non è certo una fonte attendibile al 100%. Lo è, spesso, per chi cerca un part-time o può permettersi di considerare il trasferimento un’esperienza a tempo. Non è così per chi è senior manager e per il quale la scelta di cambiare Paese implicherebbe anche un cambiamento di vita per la famiglia.
Una decisione, dunque, da prendere in completa sicurezza.
Dunque, da dove iniziare?
Esistono professionisti che sostengono concretamente le persone nelle loro scelte professionali, analizzandone il percorso lavorativo, i desideri di crescita e di cambiamento, e valutando in modo puntuale la spendibilità professionale.