Chi non ha mai pensato (o sognato), almeno una volta, di dare una svolta alla propria vita e alla propria carriera trasferendosi all’estero?
Secondo l’A.I.R.E. (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero) sono circa 5 milioni i cittadini italiani residenti in un altro Paese; più della metà di loro è nato in Italia e poi si è trasferito altrove. Il dato è in continua crescita: negli ultimi 5 anni il tasso degli iscritti all’A.I.R.E per ragioni di espatrio è aumentato di oltre il 14%. Se consideriamo le fasce d’età, l’aumento più sensibile – sempre in termini percentuali – si riscontra fra gli over 50.Tuttavia quella di trasferirsi all’estero, soprattutto per lavoro, non può essere una decisione “di pancia”: occorre valutare molteplici fattori, in primis la conoscenza della cultura locale, oltreché – naturalmente – della lingua. In sostanza, non potremo iniziare davvero una nuova vita negli USA solo perché ci siamo stati un paio di settimane in vacanza e ne abbiamo tanta nostalgia.È necessaria un’attenta analisi della spendibilità del proprio profilo professionale e personale nel mercato estero cui si ambisce: non è detto, infatti, che le skills maturate in Italia nel corso della propria carriera lavorativa siano ricercate per ricoprire una posizione analoga in un altro Paese.
E allora come possiamo valutare per bene la nostra employability nel luogo dei sogni?
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