Una vita impostata su binari validi e poi il desiderio di cambiare, l’insorgere dell’esigenza di fare qualcosa di diverso, con una maggior corrispondenza ai propri valori.
Claudia Casati, una solida esperienza ventennale nel mondo finanziario, in particolare nella compliance e nella vigilanza di società quotate, ci racconta della sua rivoluzione professionale e personale, attraverso un percorso di Outplacement targato INTOO.
Non so, sarà l’età… – ci scherza su Claudia – sarà che con il Covid ho scoperto una vita più equilibrata, con il tempo e le energie per i miei interessi, me stessa e la mia famiglia.
Avevo una situazione sulla quale in molti avrebbero messo non una ma quattro firme, però non mi ci riconoscevo più. Ci è voluto un po’ di tempo per fare il grande passo, ho iniziato con una coach e mi sono decisa all’uscita dalla mia azienda… poi nel pacchetto ho chiesto l’outplacement per agevolarmi nel percorso di costruzione di una nuova avventura lavorativa e personale.
Qual è stata la molla che ti ha portata a deciderti al “salto nell’ignoto” verso una vita completamente diversa?
Vivevo un periodo di stasi che ha funzionato come uno stimolo nel ragionare su cosa fare, avevo una carriera alle spalle ma anche un lasso di tempo significativo davanti a me, nutrivo proprio il desiderio di motivazioni più alte. Non è stato semplice, ho fatto i conti con le immagini che avevo di me stessa, forse anche con la paura di deludere e di non essere capita, ma ho voluto ripartire dal mio desiderio, maturando la consapevolezza di non voler buttare via tutto quanto avevo costruito fino al giorno prima, ma di costruire qualcosa di nuovo in libera professione.
In cosa il percorso di outplacement ti ha sostenuta concretamente e aiutata?
La tutor che ha lavorato con me mi ha capita molto bene nelle mie due anime, la compliance e risk manager che ero e la nuova professionista che volevo diventare, armonizzando le due Claudia. Si può dire che abbia affrontato un percorso insieme alla sottoscritta, documentandosi sul profilo della “Professional organizer” che volevo diventare: una professione che ha origine nel mondo anglosassone, che non è regolamentata ma che sta prendendo piede anche in Italia. Siamo ripartite dalle mie competenze: ho fatto corsi, studiato e anche dato un esame per entrare in APOI, l’Associazione dei Professional Organizer in Italia.
Il percorso di Outplacement, in questa fase, mi è stato molto utile perché ha validato il ragionamento che stavo facendo tra me e me attraverso consulenti preparati, disponibili, aperti e precisi nei feedback… perché avevo un gran bisogno di capire e di capirmi.
Qual è stato il primo passo di questa rivoluzione?
Come prima cosa è fondamentale un cambio di approccio e di visione su sé stessi, poi sgorgano i passi concreti, più operativi, come il focalizzarsi sulla propria presentazione, articolata ed efficace; anche in questo una grande mano mi è stata offerta da INTOO soprattutto sui temi dell’elevator pitch e del curriculum inteso come una presentazione equilibrata e orientata alla mia nuova anima da consulente.
Ho fatto incontri 1 a 1 e ho percepito una corrispondenza perfetta con la consulente che mi è stata affiancata, in più ho seguito alcuni incontri molto utili sulla piattaforma, è un tool importante e ricco che può fare la differenza. L’ho trovata la giusta misura per me che avevo bisogno di essere seguita e spronata (perché non è semplice andare con le proprie gambe, anche con le migliori intenzioni, in un’avventura così), però rispettando i miei tempi. Devo dire che sono stata sostenuta nel percorso di consapevolezza di me stessa, delle mie competenze e potenzialità, attraverso un approccio pragmatico e serio.
Cosa ti rende più soddisfatta oggi?
Chi mi vede mi dice che ho cambiato faccia, mi piace quello che faccio e come lo faccio. Ho iniziato anche a valorizzare un aspetto sul quale prima non avevo mai investito: quello del network. Oggi so che da ogni incontro si impara e mi sono costruita una bella rete, anche facendo formazione, partecipando a eventi, provando sempre a collaborare e fare squadra.
Mi sento una persona intera, centrata, che porta ovunque questa pienezza. Ci vuole coraggio a fare una scelta di rivoluzione radicale della propria vita ma – per quanto mi riguarda – ora posso permettermi il lusso di scegliere ciò che corrisponde ai miei valori e ho una sfera lavorativa coerente con me stessa.