Le chiamano “le grandi dimissioni”, grandi come numerica e grandi soprattutto come segnali di un nuovo fenomeno.
È un momento, quindi, di profondo cambiamento della mentalità comune, del modo di pensare non solo dei giovani, ma è da considerare proprio una nuova concezione che attraversa tutte le generazioni.
Un simile mutamento sociale richiede però non solo un’energia nel decidere di lasciare il proprio lavoro, bensì un’energia pari o superiore nel cercare una nuova occupazione o, meglio, il proprio posto nel mondo. Le grandi dimissioni, così, possono diventare un nuovo boom occupazionale. Perché questo accada, però, è necessario che ci sia un’offerta di lavoro, ma è anche doveroso che il potenziale candidato sia vigile, pronto e con gli strumenti adeguati in mano. Non basta, quindi, dimettersi: occorre chiedersi chi si è e iniziare a lavorare per trovare lavoro.Quali sono gli strumenti adeguati? Ne consideriamo due tra i principali: un buon curriculum vitae e una buona preparazione a un colloquio in una forma oggi sempre più diffusa, il colloquio da remoto.
Incominciamo dal curriculum vitae: la prima regola è immedesimarsi con chi lo riceve. Il recruiter non riceve solamente il nostro, no purtroppo no. È bene, quindi, inserire in testa al CV, proprio come prime righe, chi siamo, una brevissima descrizione. Non sia solo però la sintesi del nostro percorso di studi, ad esempio “ingegnere”, ma si possa leggere tra quelle poche battute la personalità che gli sta inviando il curriculum.
Seguono poi sicuramente conoscenze e competenze tecniche, ma non si devono dimenticare le soft skills, anzi conviene dare loro molto spazio proprio perché sono ormai quegli elementi che fungono da divario, che possono far valorizzare una persona o scartarla.
Accanto alle esperienze lavorative è fondamentale, dove sia possibile, quantificare gli obiettivi raggiunti, dare corpo al fatto che si è veramente capaci di portare a termine un compito.Tutto questo deve seguire una regola chiara: la sintesi. Non si dovrebbero mai superare le due pagine: se il recruiter sarà incuriosito avrà tutto l’interesse a chiedervi un ulteriore approfondimento.
Ovviamente nessun curriculum sarà considerato se non avrete tenuto conto dell’offerta di lavoro alla quale vi state candidando: è necessario modellarlo, modificarlo seguendo quelle che sono le richieste, molto precise, della posizione aperta.
Se tutti questi consigli avranno trovato un luogo e un tempo nella tua giornata, allora si arriverà a una richiesta di colloquio. Nel caso del colloquio da remoto è fondamentale assicurarsi di sostenere questa prima chiacchierata in una stanza adeguata, silenziosa, certi di non essere interrotti da nessuno. Rimaniamo pronti a prendere appunti, un buon segno di attenzione e di interesse. In questo senso, bisogna essere pronti a fare delle domande a nostra volta.L’agitazione, in questi casi, può annebbiare qualche mente sempre lucida: è bene, allora, appuntarsi anche le domande, magari sulla mission o i valori aziendali o sul proprio ruolo, così da non andare in confusione e rispondere con il silenzio a una possibile sollecitazione del recruiter.
In cima a questi consigli, il candidato deve assolutamente essere preparato sulla storia dell’azienda, il suo core business e quale sia il profilo che in quel momento si sta cercando e che si crede di poter ricoprire.Non si deve mai, però, falsificare o esagerare il racconto delle proprie competenze, non servirebbe a nulla. Il profilo ha determinate caratteristiche che nell’ambito lavorativo verrebbero subito messe alla prova: occorre pieno realismo e una sana voglia di condividere quel che si cerca e che si vuole.
Può capitare, infatti, che durante il colloquio emerga una certa distanza tra la propria preparazione o capacità e il fabbisogno della società con la quale ci si sta interfacciando. Nessuno problema, la proattività qui deve entrare in campo perché a volte il desiderio e la propensione ad imparare sono molto più apprezzati rispetto alle capacità già acquisite.
Quel che è chiaro è che nessuno strumento può impedire che venga comunicato chi è il candidato, qual è la sua personalità, quale il contributo che potrebbe dare alla società. Non si deve dubitare di se stessi, ma, al contrario, continuare a tenere alta l’asticella del desiderio per essere occupati in qualcosa che non sia fonte del desiderio di dimettersi, ma che sia un luogo perché l’aspirazione personale sia, finalmente, soddisfatta.