/di Marilù Anaclerio
Versione classica del CV e Profilo Linkedin. Essi non sono sempre due metodi alternativi di offrire la propria candidatura, ma spesso sono due strumenti complementari che viaggiano sinergicamente nella proposizione al mercato. Per questo motivo, se si vuole risultare credibili agli occhi di chi seleziona, è fondamentale che i reciproci contenuti siano coerenti l’uno con l’altro e rispondano ad alcune regole prioritarie.
Se è vero che la digital proposition sta diventando sempre più importante e necessaria per non rimanere “invisibili” agli occhi delle aziende o di chi assume in senso lato, dall’altro è altrettanto vero che la versione classica del CV (che per lo più viaggia come documento allegato di una mail o, sempre più raramente, in formato cartaceo) è ancora uno strumento molto utilizzato sia per la sua capacità di raccontare in modo più articolato le proprie esperienze, sia perché consente maggiormente di “customizzare” i contenuti rispetto ai singoli obiettivi e destinatari, evidenziando punti di contatto e sinergie.
Alla luce di questa sempre più necessaria complementarietà, diventa imprescindibile per chi si propone contemporaneamente nelle due forme (azione che consente sicuramente una maggiore efficacia nella presentazione di sè, dando la possibilità di coprire con maggiore capillarità le opportunità che il mercato offre, sia in attivo come propositori della propria candidatura, sia in passivo come riceventi manifestazioni d’interesse) usare alcune accortezze.
La prima è sicuramente quella di prestare attenzione alla coerenza dei contenuti e alla veridicità di quanto si scrive. Partendo dal presupposto che quanto dichiarato in un cv debba sempre corrispondere a verità, tale assunto è ancor di più basilare nel momento in cui la storia professionale del candidato/a viaggia on line e si rende visibile a tutti. Questa “bacheca” universale, se da un lato comporta la maggiore possibilità- in caso di immissioni di dati non veritieri – di essere smentiti da chi ci conosce bene, dall’altro permette a tutti di far emergere il proprio potenziale e di poter incidere con più efficacia nelle dinamiche di selezione.
La coerenza tra i contenuti off line e quelli on line è ovviamente altrettanto funzionale al fatto che si voglia risultare sinceri in quanto si dichiara. E’ fin troppo chiaro che, laddove il recruiter dovesse ricevere da un candidato il suo cv in versione classica e questo dovesse essere difforme da quanto pubblicato sul suo profilo Linkedin, egli reputerà – nella peggiore delle ipotesi – la sua candidatura non idonea o partirà nella valutazione già con degli elementi di dubbio che, giocoforza, lo influenzeranno nella fotografia complessiva che farà della persona.
Ciò che non significa che il profilo social non potrà essere più sintetico di un cv “classico” nell’esposizione dei contenuti. Anzi per sua natura è richiesto che lo sia, dal momento che proprio il suo essere smart lo rende maggiormente fruibile, facilitando una consultazione universalmente immediata. Laddove il concetto di sintesi abbia, però, l’accezione di compressione di concetti e non di loro omissione o “trasfigurazione” al fine di risultare maggiormente appealing sul mercato.
Va anche detto che, se da un lato Linkedin consente una penetrazione quasi completa dei canali di accesso al mercato, sia lato domanda che lato offerta, dall’altro può presentare delle caratteristiche di staticità che potrebbero andare a discapito di una proposizione mirata in cui di volta in volta evidenziare il fil rouge che lega lo scrivente al ricevente. A risolvere questo “stallo” ci pensa la famosa lettera di accompagnamento, sia essa il corpo di una mail o un messaggio Linkedin. E’, infatti, in questo spazio che il candidato può fare la differenza, mostrando il suo valore aggiunto ed ovviando ad un profilo social che, proponendosi come fotografia professionale, non può essere valorizzato ogni volta in funzione del destinatario.
Il consiglio è, quindi, quello di accompagnare sempre l’invio delle proposizioni off e on line con una breve sintesi professionale all’interno di una lettera motivazionale nella quale si spiega che cosa spinge a proporsi a quella realtà/posizione e quali sono gli elementi di matching tra il ruolo richiesto e le skills che si possono mettere a disposizione.
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