Il Coronavirus ha sconvolto la normalità. Tutta. Uscire di casa, portare i figli a scuola, andare al lavoro, fare la spesa. Fino a vivere o morire. Nulla è stato più scontato e, ancora oggi, non ci sentiamo più sicuri come nel tempo pre-Covid.
La fragilità è il nuovo segno che troviamo sui nostri visi, oltre a quello delle mascherine. Alcuni diritti costituzionali non hanno più avuto la possibilità di essere intesi come di consueto, come la libertà di movimento e azione che si è sfilata dal nostro quotidiano. E uno spaesamento ci ha colto di soppiatto, ma profondamente. Da ultimo, il lockdown per numerose persone ha coinciso con il rimanere a casa e continuare a lavorare. E la modalità di lavoro, che spesso ha accelerato e incrementato le attività, ha stressato alcune condizioni familiari, costringendo ognuno a imporsi un ordine nella giornata.[vc_empty_space]Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, “l’isolamento, la paura, l’incertezza, le turbolenze economiche causano o potrebbero causare sofferenze psicologiche“: questo è il contenuto di un rapporto sulle conseguenze del Coronavirus presentato all’Onu pochi giorni fa. La conclusione è un appello destinato ai Governi: anche la salute mentale, oltre a quella fisica e alla ripresa economica, deve essere messa in primo piano.[vc_empty_space]Una richiesta, questa, che trova già conferma in alcune statistiche italiane. L’Istituto Piepoli ha condotto un’indagine per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Ad oggi la paura non è solo causata dalla malattia: il 62% degli italiani, infatti, pensa di aver bisogno di un supporto psicologico per affrontare il ritorno alla normalità. Chiedono, anche, che sia il sistema pubblico ad assicurare l’assistenza necessaria. Il 72% lo ritiene essenziale anche nei luoghi di lavoro.[vc_empty_space]Nell’attesa le soluzioni sono le più svariate e fantasiose: come Lucy, la prima psicoblogger virtuale creata dalla startup Heres per il Centro Medico Santagostino di Milano. Un chatbot, quindi, che risponde alle domande più frequenti: “Come riconosco i sintomi di una depressione?”, “Cos’è un attacco di panico?”, “Quanto dura in media un percorso di psicoterapia?” e Lucy accompagna gli utenti in brevi percorsi di psicoeducazione.[vc_empty_space]Per toccare con mano il bisogno reale, basti pensare che in soli sette giorni sono state 30mila le telefonate al numero verde di supporto psicologico messo in campo dal ministero della Salute e dalla Protezione civile per aiutare i cittadini nell’emergenza. E tante richieste di aiuto arrivano da lavoratori timorosi di perdere il posto.[vc_empty_space]Se potessimo disegnare i sentimenti negativi degli italiani post lockdown questa sarebbe la realizzazione:
[vc_empty_space]Angosciato, nervoso, spaventato, turbato. A tracciarli è il Barometro Salute Mentale e Benessere psicologico che mappa il durante e dopo l’emergenza Covid-19, attraverso resoconti forniti da un’ampia rete di psicologi e psicoterapeuti sulle relazioni di sostegno in corso.[vc_empty_space]Questi sono i dati, le analisi e la rappresentazione di un periodo postbellico.
Oggi siamo in un momento di ricostruzione. Senza l’illusione di essere immuni dal rischio, ora è tempo di ripartire.[vc_empty_space]Ma non si può ripartire da zero, cercando di cancellare quel che è accaduto, come sofferenza o preoccupazione. E non si può pensare di essere quelli di prima.
Ripartire significa custodire quel che si è vissuto come un trampolino, come una rampa di lancio, come un primo passo per poterne fare un secondo.
Le conseguenze del Coronavirus in noi non faranno che acuirsi se cerchiamo di nasconderle.[vc_empty_space]La cultura occidentale è forse più formale, rispetto a quella orientale. In Giappone c’è un’antica arte, il kintsugi, che insegna una mentalità inversa dall’essere irreprensibili e il sembrare perfetti. Secondo il kintsugi quando una ciotola si spacca, la ceramica, rinsaldata in tutti i suoi pezzi, acquista una bellezza nuova, fatta di venature che prima della rottura non potevano esistere.[vc_empty_space]Ecco, il Coronavirus ha lasciato in noi queste venature, vere e proprie cicatrici; una lezione orientale ci accompagna ad ospitare le nostre fragilità. E, ripartire così, tutti interi, con nuove scoperte rinsaldate.[vc_empty_space][vc_btn title=”Desideri maggiori consigli? Registrati gratis e incontra un Career Coach esperto!” color=”green” align=”center” link=”url:https%3A%2F%2Fwww.intoo.com%2Fit%2Fper-le-persone%2Fcareer-coaching%2F|title:Career%20coaching|target:_blank”][/vc_column][/vc_row]